Vi è mai capitato di avere un elettrodomestico guasto e scoprire che ripararlo costa quanto riacquistarlo?
In seguito a questa situazione mi è capitato di sentire parlare di “obsolescenza programmata”, e mi si è accapponata la pelle.
Sono infatti della idea che l’obsolescenza progammata sia da mettere sullo stesso piano delle scie chimiche e di altre patologie da complottismo. Credo che l’avere lavorato per oltre 30 anni nei servizi di assistenza tecnica mi fa vedere le cose in modo diverso da altri, compreso dagli autori di Wikipedia.
Su Wikipedia, alla voce “obsolescenza programmata” viene riportato un esempio corretto (menzionando una lobby di produttori di lampadine del 1924) ma poi si finisce totalmente fuori tema, confondendo l’evoluzione dei metodi di produzione con l’obsolescenza programmata.
Ma per capire di cosa sto parlando, andiamo con ordine. Faccio un esempio analizzando l’evoluzione negli anni di un oggetto che quasi tutti hanno in casa e a tantissimi si è guastato almeno una volta: il televisore.
Voglio cominciare con la parte che è stata visibile a tutti.
Evoluzione del prodotto e del mercato

Televisore a valvole anni 60
Negli anni 60 vennero messi in commercio i primi televisori. Erano grossi, molto costosi (quasi tre mensilità di un operaio dell’epoca) e permettevano di vedere un solo canale (ce n’era solo uno) in bianco e nero. Con il passare del tempo i televisori costarono meno, questo permetteva a più persone di acquistarlo, creando un circolo virtuoso: la domanda sale, per produrre più televisori si cambiano i sistemi di produzione, in modo che siano più efficienti e il costo di produzione cala. Siccome costa meno anche acquistarlo, la domanda continua a salire, e così via.
L’aumento del numero di televisori prodotti permetteva anche di migliorare l’affidabilità
Caratteristiche e tecnologia cambiavano in fretta. Alla fine degli anni 70 arriva il colore, poi il suono stereo, e diversi formati dello schermo. Negli anni 90 nei cataloghi si trovavano televisori per ogni possibilità di spesa. Televisori in bianco e nero, dai 14 ai 22 pollici. Televisori a colori, dai 14 ai 40 pollici. Per dimensioni maggiori c’erano i sistemi a retroproiezione. Televisori mono, stereo e con il surround. Apparirono i primi televisori a 100Hz e con elaborazione digitale della immagine.
Era facile che in casa ci fosse più di un apparecchio, e gli esperimenti per l’alta definizione vennero conclusi dall’arrivo dei primi schermi LCD e dal digitale terrestre, che mise in pensione i televisori più vecchi. Con il satellite si diffusero i televisori full HD, e poi con le connessioni internet veloci arrivarono gli smart tv, e i televisori UHD.
Malgrado l’aumento delle prestazioni, il costo è costantemente diminuito. Costano care solo le novità, per poi scendere velocemente di prezzo. Oggi con una mensilità di un operaio si possono acquistare tre smart tv UHD da 50 pollici.
Ma tutto ciò è quello che vedono tutti. Per arrivare a questo ci sono tante altre situazioni che solo chi ha lavorato nei laboratori di assistenza tecnica ha potuto vedere.
Realizzazione e componenti usati

Televisore Philips anni 70
I primi televisori erano a valvole, componenti che si usurano con il tempo e prima o poi si doveva intervenire per ripararli. La riparazione era in molti casi fatta toccando le valvole: quella fredda era da cambiare. Poi arrivarono i transistor e i circuiti integrati. Negli anni 70 gli schemi erano diventati più complessi, e per ripararli era necessario avere la documentazione tecnica specifica, che erano dei fascicoli realizzati dai produttori, di molte pagine.
Dagli anni 90 vennero poi sviluppati circuiti integrati sempre più sofisticati, che permettevano di ridurre la dimensione della parte elettronica del televisore. I televisori odierni hanno tutta la parte elettronica in una scheda da 20x20cm
Disponibilità dei ricambi.
Le valvole usate negli anni 60 erano componenti comuni, facilmente reperibili, e fu così anche per i transistor e i primi circuiti integrati. La disponibilità non dipendeva dai produttori dei televisori, e si potevano trovare anche dopo molti anni che un televisore era stato costruito.
Le cose cambiarono con gli integrati prodotti dagli anni 90. All’inizio erano soprattutto microprocessori di gestione del televisore, poi arrivono i circuiti integrati per l’elaborazione dei segnali video, e per i segnali audio. Tutti questi circuiti integrati erano progettati da chi costruiva i televisori, e anche la disponibilità dipendeva dai produttori. Dopo qualche anno dalla fine della produzione del televisore, era difficilissimo trovare questi componenti. I circuiti continuavano ad evolversi, i televisori ad essere sempre più affidabili e si guastavano sempre meno. I circuiti integrati erano sempre più piccoli, e per sostituirli servivano attrezzature specifiche, quindi si cominciò a dare come ricambio intere schede assemblate, molto costose, ed è questa la situazione attuale.
Riparabilità

Telaio TVC Philps – Anni 80
Se i primi televisori erano facilmente riparabili anche da tecnici poco esperti, le cose cambiarono velocemente. Con l’aumentare delle prestazioni, aumentava la complessità, e aumentavano le competenze richieste per la riparazione. Aumentava anche la complessità delle apparecchiature usate per la riparazione, ma nel frattempo i televisori erano sempre pià affidabili, e gli apparecchi da riparare diminuivano.
I televisori che si guastavano erano pochi per ripagare il costo delle apparecchiature e dei tecnici specializzati, e anche per i produttori stava diventando troppo costoso gestire il servizio assistenza, per il quale dovevano produrre la documentazione tecnica e mantenere le scorte dei componenti elettronici per la riparazione. A partire dagli anni 2000, grazie alla aumentata affidabilità, un poco per volta queste attività (e i costi relativi) vennero ridotte.
I costi della assistenza tecnica impattavano sul prezzo del televisore, e riducendo quei costi, fu possibile ridurre ulteriormente il costo degli apparecchi.
Produzione

Televisore LCD moderno
I primi televisori erano prodotti in modo quasi artigianale. I telai a valvole dovevano essere assemblati a mano da personale specializzato. Con i transistor e gli integrati fu possibile usare sistemi di produzione semi automatici, che permettevano di abbassare i costi di produzione.
L’automazione nella produzione è continuamente aumentata, e le macchine possono essere utilizzate anche da personale non specializzato, cosa che col tempo ha fatto chiudere tutti gli stabilimenti di produzione in europa, spostandoli in estremo oriente, dove il costo del lavoro è più basso.
Se mettete insieme tutte queste situazioni è facile capire il risultato.
Con il progredire della tecnologia sono aumentate le prestazioni, è aumentata la complessità degli schemi ma sono diminuiti i componenti e la dimensione della parte elettronica. Produrre ed acquistare un televisore moderno ad alte prestazioni costa pochissimo, il prodotto realizzato è molto complesso e compatto, e per ripararlo servono ricambi costosi e personale che ha un costo molto più alto del personale utilizzato per produrre il televisore. Il costo orario di manodopera di un tecnico è almeno di 40 €, il tempo di riparazione di un televisore può essere di 2 o 3 ore, poi si aggiunge il ricambio, che è facile che superi i 100 euro di costo.
Arrivare a 150-200 euro per riparare un televisore, è un attimo.
Poi si considera che il televisore ha oramai 3 o 4 anni, che anche se era costato 900 euro, oggi con meno 400 euro se ne può acquistare un nuovo, con prestazioni migliori. Il risultato è che il costo di riparazione è sproprzionato al valore del televisore, e si preferisce acquistarne uno nuovo.
Per pagare meno la riparazione si dovrebbe avere un tecnico pagato 5 € l’ora e ricambi che costano al massimo 10 €. Solo così si tornerebbe ad avere la riparazione che costa meno di un decimo del valore del televisore, ma è una soluzione che non è possibile.
La conclusione è che non esiste “obsolescenza progammata”, ma il cambio delle modalità di produzione e degli ambiti di utilizzo ha portato ad una riduzione dei tempi di obsolescenza di ogni prodotto.
Non si fanno le nozze con i fichi secchi: se volete qualcosa che duri nel tempo, come le cose di una volta, devono essere prodotte come una volta, con le prestazioni di una volta, e con i prezzi di una volta, quindi con un forte aumento dei prezzi di acquisto.
Si potranno così acquistare oggetti fatti meglio, forse con prestazioni inferiori ma più costosi di quelli odierni, quindi se ne acquisteranno molti di meno, ma potranno essere sempre riparati, per molti anni. Come negli anni 60.
Oppure si va avanti così, si possono avere elettrodomestici che fanno cose incredibili a costi contenuti, ma durano di meno
E prima di riparlare di obsolescenza programmata, accettate il fatto che se non ci fossero stati i consumatori a premiare chi vende prodotti sempre meno costosi, oggi non saremmo dove siamo.
Chi è causa del suo male, pianga se stesso, e non dia la colpa a complotti che non esistono.
E soprattutto,prima di acquistare qualcosa “Made in PRC”, pensate sempre alle conseguenze che comporta, datro che quella etichetta equivale a leggere “prodotto usa e getta”.
Lasciate perdere l’obsolescenza programmata, e date il benvenuto al Consumismo 2.0,
E purtroppo “la resistenza è inutile” (Cit. Star Trek – TNG)
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